Dopo la martellante campagna denigratoria nei confronti dei pubblici dipendenti, alla fine arriva la mannaia. E nel modo più astruso che si potesse immaginare.
Tagli del 10% alle piante organiche dei dipendenti delle qualifiche funzionali e del 20% a quelle della dirigenza.
Entro il prossimo 31 ottobre il Governo dirà “come” con appositi decreti necessari, anche se non è difficile prevedere l’ennesima beffa di tagli lineari!!!
Come se non bastasse, dopo aver massacrato tutti i lavoratori con una riforma pensionistica a dir poco punitiva oltre che confusa ed iniqua, si dà finalmente in pasto alla opinione pubblica il licenziamento dei dipendenti statali, intendendo per tali tutti coloro che hanno un rapporto di lavoro con una pubblica amministrazione (sembra ad eccezione della scuola!).
Peraltro con una norma poco chiara e con il solito vezzo di numerosi richiami a disposizioni varie.
Sembra evidente che al di là dei risultati pratici, prevalga una notevole dose di demagogia volta a dare “soddisfazione” a quanti continuano a considerare il pubblico impiego un peso e non una risorsa essenziale per i cittadini e per le imprese.
Prepensionamenti in deroga alla … “Fornero”; mobilità lunga o lunghissima (2 - 4 anni) con l’80% della sola voce stipendio e, per finire, il benservito a coronamento di un impegno lavorativo al servizio della collettività!
Per i “fortunati” dipendenti in servizio scatta la riduzione dell’importo del ticket mensa o buono/pasto quale ….. “premio” per l’inevitabile aggravio di lavoro conseguente alla riduzione di personale, oltre che dal permanere del blocco dei rinnovi contrattuali.
C’è da chiedersi quale risparmi comporterà tale assurda misura punitiva se non invece la ulteriore
certa e corrispondente diminuzione dei consumi (alimentari!!!).
Le altre misure, fatte di accorpamenti e soppressioni di amministrazioni ritenute inutili, risparmi sugli acquisti e sulle spese militari e riduzione al 50% delle auto blu, bisognerà verificare se e come verranno effettivamente attuate per avere un concreto riscontro in termini di risparmi.
Ciò che colpisce è la “disinvoltura” con la quale questo Governo continua ad adottare provvedimenti drastici e punitivi nei confronti del mondo del lavoro sia pubblico che privato.
Il Capo del Governo sostiene che tutto questo si fa in ossequio ad obblighi internazionali ed alla necessità di incentivare investimenti stranieri in Italia, nonché per frenare le speculazioni e ridimensionare il famigerato spread che, invece, sembra seguire logiche ben lontane dall’essere influenzate dai pesanti sacrifici fin qui imposti prevalentemente a lavoratori e pensionati di questo Paese.
Non una parola, invece, non un progetto, nulla di tangibile e di efficace per quanto concerne una vera riforma del sistema fiscale volta a cassare una volta per tutte il perverso fenomeno della evasione e della elusione fiscale e contributiva. Una riforma che è stata accortamente glissata da un Governo che dice di non avere condizionamenti e di operare per il bene del Paese, dei cittadini e di “salvare l’Italia”. C’è stata la spettacolarizzazione dei blitz e l’imposizione della tracciabilità utile peraltro a ….. fornire ulteriori elementi per schedare gli italiani, ma una vera riforma non c’è e non ci sarà.
Probabilmente non è nell’interesse di questo Esecutivo e a questo punto possiamo dire che non è neanche nell’interesse dei partiti che lo sostengono.
Con amarezza abbiamo registrato “l’eclisse della politica” nel nostro Paese.
Le iniziative del Governo e i conseguenti provvedimenti stanno dimostrando che essa viene intesa ormai quasi come un “male necessario”, residuale, ininfluente, addirittura fastidiosa, così come le parti sociali.
A questo proposito, come non condividere l’affermazione che i parlamentari sono troppi?
Eppure la riduzione al 50% condivisa ed invocata dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica, è stata anch’essa abilmente glissata con una modesta riduzione di appena il 10%!!!
Purtroppo è questa una amara stagione che stanno vivendo i lavoratori e i pensionati, nonostante incolpevoli dei guasti vecchi e nuovi della nostra economia.
Eppure il Governo e qualche altro solone continuano a raccontare che abbiamo vissuto al di sopra delle nostre possibilità.
Ma chi? Non certo i lavoratori dipendenti, considerato che hanno le retribuzioni tra le più basse d’Europa e nemmeno i pensionati che in stragrande maggioranza hanno assegni al di sotto del limite di sopravvivenza!
Il quadro della revisione della spesa pubblica si completa con i tagli alla sanità e agli enti locali e la prevedibile conseguente riduzione di servizi; con la previdenza e le “incalcolabili” (???) migliaia di “esodati” che non sanno quale fine faranno; con i consumi in continuo calo; con la recessione in pieno vigore; con la pressione fiscale alle stelle; con l’IMU che ha rastrellato dalle tasche dei cittadini circa 10 miliardi di euro; con la disoccupazione che morde!
Niente per la crescita, nessuna vera riforma fiscale in grado di sconfiggere l’evasione, nulla che non siano i fin troppo facili tagli lineari! Comunque il provvedimento di “revisione della spesa” va cambiato in “revisione della spesa ingiustificata” e in serrata lotta ai veri sprechi, con interventi selettivi e non banalmente lineari.
Ci auguriamo che il Parlamento faccia il proprio dovere per introdurre modifiche adeguate.