domenica 9 gennaio 2011

Sulle sponde del fiume Olona


Storia delle vasche di laminazione a San Vittore Olona

3 gennaio 2011
di Christian Sormani

SAN VITTORE OLONA – Una vicenda che ha fatto e farà discutere migliaia di cittadini degli abitati di San Vittore Olona e di Canegrate. Le vasche di laminazione del fiume Olona risalgono al 1999, anno nel quale il progetto, eleborato dai tecnici del Magistrato del Po, prevedeva la realizzazione di ben quattro vasche lungo tutto il corso del fiume, quindi dalla sorgente fino a Milano. Il tutto per avere un riequilibrio idraulico ed ambientale del fiume stesso. Impossibile però avere dati certi sul progetto, con un elaborato ed una relazione scarna. L’allora amministrazione comunale sanvittorese formulò una serie di osservazioni e proposte di circa una trentina di pagine. Il progetto si fermò fino al 2004, anno nel quale l’Aipo (agenzia interregionale per il fiume Po che nel 2003 ha preso il posto del Magistrato del Po) fece sapere ai comuni di San Vittore, Canegrate, Legnano e Parabiago, che l’assegnazione dei lavori doveva avvenire entro la fine dell’anno. Alla fine del dicembre 2004 la giunta comunale sanvittorese guidata da Pino Bravin espresse parere di massima favorevole, dichiarando che l’inserimento del progetto dell’opera era conforme alle previsioni urbanistiche del Pgt. Nel giugno del 2005 il comune di San Vittore Olona organizzò una assemblea pubblica per illustrare il progetto che provocò la reazione negativa dei residenti, alcuni dei quali costituirono, una settimana dopo la riunione, un comitato cittadino per la difesa del territorio rivierasco del fiume Olona. Iniziò un tam tam martellante per far conoscere a tutti l’operazione in corso ed il fatto che i tecnici del Politecnico di Milano confermarono in una perizia la permeabilità del fondo delle vasche stesse. Un volantino dell’epoca recitava: “San Vittore Olona rischia di diventare una zona depressa, intensamente inquinata e tutto ciò non può fare piacere ai cittadini sanvittoresi”. Il comitato inziò la raccolta di firme contro il progetto. Ad aprile del 2007 ci fu la valutazione di impatto ambientale dell’opera sul luogo in cui sarebbero state realizzate le vasche. “Quel sopralluogo – spiega Giacomo Agrati, assessore sanvittorese – evidenziò in maniera particolare che l’opera era di enormi dimensioni. Più simile ad un bacino di contenimento che a delle semplici vasche di laminazione”. i dubbi segnalati furono molti, ad iniziare dal futuro dell’area verde denomitata “Parco dei Mulini” occupato in pieno dalle vasche. L’unico comune favorevole è stato quello di Legnano, sul cui territorio non nascerà nulla. Negativi furono i pareri espressi da Parabiago e da San Vittore Olona. Canegrate restò super partes. I pareri conclusivi sono stati messi agli atti nel verbale della conferenza di concertazione dei pareri degli enti territoriali del 29 maggio 2008. Dalla scorsa settimana la svolta: la Regione tramite il ministero dell’Ambiente sblocca i fondi e trova i soldi per l’intervento che creerà notevoli tensioni fra la popolazione, specie quella sanvittorese. In estrema sintesi: si parla di un pezzo di parco dei mulini, attualmente zona verde e boschiva, che sparirà per sempre, così come per sempre verrà modificato il paesaggio circostante il fiume con oltre 500 mila metri cubi di terreno che prenderanno altri lidi. Quindi camion e ruspe che per anni lavoreranno in zona per abbattere alberi secolari e portaranno via tutto il materiale scavato. In caso di esondazione del fiume Olona, una volta scavate ed entrate in funzione le stesse vasche di laminazione, dovrà sempre essere bonificato il fondo, asportando tutto il materiale portato a valle dal fiume. I progettisti stimano una media di 3000 tonnellate ad operazione. le statistiche dicono che negli ultimo 400 anni l’Olona è straripato centinaia di volte, con almeno 70 alluvioni devastanti. Per la realizzazione di queste vasche si dovrà procedere all’occupazione e all’esproprio dei terreni coltivati della zona a ridosso del fiume. Il neonato Parco dei Mulini sarà destinato ad una fine indecorosa visto che l’intero ecosistema di zona – ragione fondamentale della nascita dell’area verde – sarà inevitabilmente compremesso. Altri quesiti, per ora senza risposta, riguardano anche la funzionalità delle stesse vasche di laminazione che di fatto fungono da invaso, con tanto di porte di apertura in caso di piena improvvisa: il timore è che senza una adeguata manutenzione, si possano creare discariche a cielo aperto, visto il grado di inquinamento del fiume che richiederebbe maggiore controllo alla base, ovvero ai monitoraggi sull’acqua che attualmente sono fatti sempre più di rado e soprattutto senza darne comunicazione pubblica. L’Olona è malato e le continue scie schiumose che compaiono in maniera ricorrente proprio nella zona dei Mulini, aumenta il rischio di inquinamento del sottosuolo che le vasche di laminazione aumenteranno in ma niera esponenziale.

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