lunedì 7 dicembre 2009

La croce nelle aule pubbliche



"Alice era una piccola creatura dagli occhi azzuri e dolcissimi. Era stesa sulla sua piccola stuoia con le braccine in croce; troppe minute e fragili per poterle muovere; troppo deboli per lottare con la vita. Mi scrutava con i suoi occhi profondi come il cielo infinito, mentre i miei si riempivano di lacrime. L'ho stretta forte forte al cuore mentre la sua anima volava radiosa verso la Luce e la Vita.
Alfred aveva nove anni e Clemens sei. Due miei bimbi di strada che ora corrono insieme nei prati del Paradiso perché su questa terra, in questa Dar Es Salaam, non li hanno trovati i prati, non hanno trovato neanche un affetto, una famiglia ed una medicina. Loro sono morti, ma chi sono i morti? Perché è morte quando i bambini piangono e non vi è nulla per loro. È morte quando si sentono soli e abbandonati; quando nessuno si cura di loro. È morte quando piove nella capanna e vi è tanto fango; quando non si ha nulla da mangiare o vestiti da coprirsi, o quando non si hanno più lacrime per piangere... ma quanto durerà ancora la fatica di dover morire ogni giorno?
Queste tre piccole creature che la "provvidenza" ha messo nella mia vita, mi hanno costretto ad una profonda "conversione".
Questi tre bambini li ho visti come un segno vistoso di un mondo impazzito e sconvolgente, irriflessivo e volutamente impotente, grido di attesa inascoltato e sepolto nelle coscienze di uomini che non riescono più a trovare calore e passione, amore e tenerezza per le sue creature più belle, più fragili e più bisognose di tutto.
Vi invito ad aiutarle e ad... abbracciarle come si può aiutare e abbracciare Dio nelle sue più piccole, più fragili e più indifese creature!

Il Villaggio delle Gioia sorge a Dar, nel nome di Alice, Clemens, Alfred e... nel nome di Dio! Vivo uno strappo nella mia mente e nel mio cuore, che si aggrava ogni giorno mentre scopro questa mia immensa città, per l'incapacità in cui mi trovo di pensare insieme la sventura degli uomini, la perfezione di Dio ed il rapporto tra i due. Eccola la sofferenza e la croce: scandalo che fa gemere ogni uomo da sempre, del quale non si trovano facili soluzioni, letture semplificanti e non ammette 'uscite di sicurezza'.
Sorge a Dar dove la notte, la croce del Sud veleggia in bilico nel cielo carico di stelle, e tanti suoi figli dormono sui marciapiedi, raggomitolati nei cartoni. Eccoli questi bambini: crocevia di tutti i fallimenti e di tutte le contraddizioni del Sud del mondo. Ne sono il simbolo e la croce, il luogo in cui la crocifissione dei poveri appare in tutta la sua drammaticità. Coscienza critica del Nord del mondo che facendo finta di non vederli rischia la sua condanna a morte".

                                                                                    Padre Fulgenzio Cortesi

Mentre i nostri politici, litigano sull'esposizione del crocifisso nelle aule pubbliche, il crocifisso viene insultato, calpestato, bestemmiato ogni giorni, ogni ora, ogni munito, ogni secondo , ogni istante del nosto tempo e nessuno muove un solo alito d'aria per evitarlo. Il grido di dolore, del Cristo morto su quella croce, dopo esseresi fatto uomo a nostra immagine e somiglianza,  non penetra gli animi degli individui, proprio come duemila anni fa. Viene spontaneo porsi qualche domanda, é più   facile conquistarsi il paradiso lottando come pladini del sacro attraverso l'esposizione del crocifisso nelle aule pubbliche, oppure  privandoci delle nostre misere conquiste terrene?   Dio, è  in quelle aule calde ed accoglienti o in quei luoghi sporchi e desolati, dove nel freddo e nella fame esistono crature morenti e abbondonate a loro stesse?  Personalmente ho la convinzione e la consapevolezza che il crocifisso rimarrà, appeso alle pareti, inanimato e privo di ogni divino significato,  se non daremo allo stesso la forza del Dio vivente. Forza che ci è stata donata attraverso il calvario della crocifissione. Molti sono stati gli esempi che il  Dio vivente ci ha voluto regalare  attraverso le gesta, i fatti e le parole di altri fratelli. Vorrei ricordarne solo alcuni, di questi uomini. Attraverso la loro croce e limiti, hanno ridato luce, calore e speranza a tutte le croci del mondo, anche a quelle riposte su di una parete fredda ed insignificante:

  1. Papa Giovanni Paolo II "Karol Wojtyla"


  2. Giovanni Falcone


  3. Paolo Borsellino


  4. Padre Pio


  5. Madre Teresa di Calcutta


  6. Mahatma Gandhi


  7. Martin Luther King


  8. e molti altri ancora

A Canegrate, il PDL e la Lista Civica, hanno presentato due mozini per rendere obbligatorio l'esposizione del crocifisso nelle aule pubbliche.  Verranno discusse nel consiglio comunale del 16/12/2009 ore 20.30.  Personalmente,  voterò a favore dell'esposizione  del crocifisso   negli ambienti pubblici, pur avendo la consapevolezza  che si tratta di un evidente e censurabile tentativo di strumentalizzare un simbolo che, nel mondo, rappresenta la salvezza nella sofferenza, proprio come tutti quei bambini che avete visto nel filmato. Un abbraccio sincero a tutti gli operatori e a quelle creature che, all'ombra di quel crocifisso,  sperimentano cosa sia la CROCE del Cristo.
A tutti loro una supplica "un giorno, abbiate pietà di noi per tutto quello che potevamo fare e che non abbiamo voluto fare".
                                                                        Consigliere Comunale
                                                                            Roberto Mori

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi preoccupa di più lo sfratto del crocifisso dalle case private più che dai luoghi pubblici

pio